
Il romanzo psicologico è un tipo di romanzo nato tra l'Ottocento il Novecento, nel clima di crisi e di tensione caratterizzò gli anni della letteratura: da una parte, una chiusura nella propria interiorità, dall'altra una forte esigenza di realismo. Davanti ai drammi della guerra, eratura come mezzo di autoanalisi e riflessione profonda su di sé. In questo tipo di narrazione la fabula è debole, quasi inesistente e focalizza tutta l'attenzione sui meccanismi mentali dei personaggi.
Il racconto della vicenda non si basa più sul rispetto delle norme tradizionaliste: non c'è più un inizio quiete, seguito dall'inizio di una guerra, il susseguirsi di peripezie e, infine, una conclusione. Nel romanzo psicologico sparisce la coerenza tra le parti, sostituita dal succedersi di continui avvenimenti, apparentemente scollegati tra di loro, tra i quali ci sono continui riferimenti a situazioni avvenute nel passato (Flashback) e continui flussi di coscienza che riportano in superficie ricordi ed emozioni (tipicamente rappresentati con dei monologhi).

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