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è un racconto scritto da Dino Buzzati e pubblicato nel 1968.
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l protagonista fa la conoscenza di un eccezionale sarto. Un giorno va da quest'ultimo che gli progetta una fantastica giacca.
Non abituato ad usare la tasca destra, il protagonista un giorno si accorge di avere 10.000 lire in quella tasca. Rimessa la mano dentro ad essa, trova altre 10.000 lire. Tornato a casa continua a pescare banconote per l'ammontare di vari milioni di lire.
In preda al delirio, legge sul giornale che la sera precedente, un camioncino blindato è stato svaligiato da una banda di malviventi. Il protagonista si raggela quando vede l’ammontare della rapina: esattamente quanto ha estratto dalla sua magica tasca.
Da lì iniziano a sorgere i primi dubbi, poiché ogni volta che estrae soldi dalla sua tasca, nel mondo accade qualche tragico evento il cui danno economico ammonta alla medesima cifra. Dopo molti lussi e dopo aver scoperto il suicidio di un’anziana signora, decide di sbarazzarsi della giacca e la brucia, ma una voce lo ammonisce che è comunque troppo tardi perché il male che ha indirettamente causato possa essere annullato. Tornato a casa, scoprirà che tutti i suoi averi sono svaniti, mentre permarranno gli effetti delle tragedie da lui provocate.
MORALE La morale di questo testo è che non dobbiamo essere sopraffatti dalla sete di ricchezza e dall'avidità e dobbiamo sempre agire con coscienza.